Gesto gentile e antico è l'andar per erbe.
E' vero già che spesso il solo andare appaga e a meditare passo su passo, la mente si perde, e lieti non si pensa ad altro. Ma in questo tipico daffare che è la raccolta delle erbette, col lente movenze, camminando con l'occhio attento più che mai a rimirar la terra, passo su passo, erba su erba, la mente accompagna l'andare, sgombra, soave. Un modo antico di far cibo, un gesto gentile per scrutare l'intimo panorama basso,
il meno aereo, il più terreno, ed abbassarsi a raccogliere erbette, il naso e gli occhi più vicini che mai alla terra, se ne annusa l'odore, se ne avverte l'attività di vita, i tanti verdi , e gli insetti, la infima eppur suprema vita brulicante.
Io adoro l'erbette e sento che di nutrirmi ne ho necessità, che fresche, e buone e piene di sapore e salute sono. Tutte le adoro, ma gli strigoli forse prediligo.
Silene il nome scientifico e tanti i nomignoli diversi da terra a terra.
Ne faccio un sugo buono per condire tagliatelle :
raccolgo degli strigoli la cimetta, li mondo e li lavo, poi grossolanamente li tagliuzzo.
Aggiungo gli strigoli, faccio appassire e aggiungo il pomodoro in salsa.
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